"Quando l'arcivescovo Sigerico vi passò tra il 990 e il 994, San Gimignano (Sancte Gemiane, com'egli ricorda) era un castello della Chiesa volterrana. La via Francigena fu certamente alla base del rapido sviluppo che lo portò ad affrancarsi e a gestire un proprio distretto territoriale - più o meno quello del comune attuale - in equilibrio tra Firenze e Siena. La cinta muraria che San Gimignano costruì all'inizio del Duecento era già consistente ma, la forte espansione mercantile e la crescita demografica che l'accompagnò fecero aumentare rapidamente l'abitato, tanto che , nella seconda metà dello stesso secolo, fu necessario un nuovo giro di mura. Questo comprese non solo i poggi della Torre e di Montestaffoli, ma anche i popolosi borghi di San Giovanni e San Matteo, che si erano formati proprio sulla direttrice della via Francigena. Con la costruzione del palazzo del comune (1288) si definì quel tessuto urbano che oggi rimane come una delle più significative espressioni del Medioevo, anche se non assurse alla dignità Cittadina, non avendo l'indispensabile riconoscimento della sede episcopale.
Tuttavia, l'economia sangimignanese non seppe resistere alla crisi internazionale. (...). Dal crollo economico e demografico San Gimignano non si riprese più e la stagnazione dei secoli successivi fissò nel tempo la sua immagine medievale, costruendo la fortuna e la notorietà dei nostri tempi. (...).
tratto da "Via Francigena guida al percorso da Castefiorentino alle porte di Siena" a cura di A. Angeloni, Betti Editrice, realizzato dal Progetto Integrato e Territoriale di Valorizzazione della Via Francigena in Valdelsa finanziato dai Comuni di Castelfiorentino, Montaione, Gambassi Terme, San Gimignano, Colle di Val d'Elsa e Monteriggioni e cofinanziato dalla Regione Toscana ai sensi della L 135/01 art. 5 c. 5 nell'ambito del progetto interregionale "VIA FRANCIGENA- una nuova offerta turistica italiana".
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